Mamma mia quanto tempo che non pubblico più nulla, ma questo, come del resto tutti gli anni addietro, è un periodo in cui ho un po' tanto da fare.... Ecco dunque il risultato del lavoro che mi ha tenuta lontana dal mio blog, il mio consueto lavoro stagionale, dedicato interamente alla decorazione dei ceri pasquali.
Il primo cero, che poi in ordine di lavorazione è l' ultimo, è sicuramente quello che ha richiesto un' attenzione maggiore, ma si sa, quando qualcosa ci appassiona, ci mettiamo l'anima !!!! Dicevo appunto che l' immagine riportata mi ha tenuta impegnata un bel po' di tempo. Si tratta infatti dell'episodio del vangelo in cui Gesù cammina sulle acque e Pietro gli va incontro. Questo sicuramente non è sufficiente per descrivere l'importanza di questo fatto, pertanto spendo qualche riga per dare una spiegazione anche a chi passa di qua per la prima volta e potrebbe non capire il significato di ciò che si trova ad osservare.
L' episodio è tratto dal vangelo di Matteo; qui Gesù invita gli apostoli a salire sulla barca e a precederlo sull' altra riva. Nel frattempo si era alzato il vento e la barca era agitata dalle onde. Verso la fine della notte Gesù va incontro agli apostoli camminando sulle acque, tanto che essi, credendolo un fantasma, sono terribilmente spaventati. Ma Gesù li conforta dicendo loro:" Coraggio, sono io, non abbiate paura!". L' immagine è ricca di significati. Il mare simboleggia la vita presente, l' instabilità del mondo visibile; la tempesta rappresenta ogni sorta di tribolazione e difficoltà che opprime l' uomo. La barca è la Chiesa guidata dagli apostoli ed è a loro che Gesù vuole insegnare a sopportare con coraggio le avversità della vita, confidando in Dio. Il brano prosegue con Pietro che preso da uno slancio di amore verso il suo Maestro, chiede di andargli incontro, camminando sulle acque. Ma il vento era forte ed egli si impaurisce e comincia così ad affondare e dunque grida : "Signore salvami!". Tutto questo viene commentato anche da Sant'Agostino che, immaginando di rivolgersi a Pietro, dice: " il Signore si è abbassato e ti ha preso per mano. Con le tue sole forze non puoi alzarti. Stringi la mano di Colui che scende fino a te" e questo messaggio non è rivolto solo all'apostolo Pietro ma anche a noi. Pietro cammina sulle acque non per la propria forza, ma per la grazia divina, in cui crede, e quando viene sopraffatto dal dubbio, quando non fissa più lo sguardo su Gesù, ma ha paura del vento, quando non si fida pienamente della parola del Maestro, vuol dire che si sta allontanando interiormente da Lui ed è allora che rischia di affondare nel mare della vita, e così anche per noi: se guardiamo solo a noi stessi, diventiamo dipendenti dai venti e non possiamo più passare sulle tempeste, sulle acque della vita. Il travaglio di fede di Pietro ci fa comprendere che il Signore stesso ci viene incontro, aspetta soltanto che ci fidiamo di Lui totalmente e che prendiamo realmente la sua mano, perché davanti alle preoccupazioni, ai problemi, alle difficoltà che agitano il mare della nostra vita, possa risuonare nel nostro cuore la parola rassicurante di Gesù: "Coraggio, sono io, non abbiate paura!" ( Benedetto XVI- Palazzo apostolico di Castel Gandolfo, Domenica, 7 Agosto 2011).
Secondo cero
Terzo cero
Per questo quarto cero, la cui richiesta è giunta fuori tempo limite, ho utilizzato un' immagine gentilmente messa a disposizione dal maestro iconografo ANGELO VACCARELLA. Presso il suo laboratorio, chiunque volesse apprendere questa meravigliosa arte dell' iconografia, può frequentare dei corsi a vari livelli. Vi invito a visitare il suo sito. Per chi avesse bisogno di consigli e/o delucidazioni su come iniziare a dipingere un cero e fosse impossibilitato a raggiungere la sede, Angelo mette a disposizione un corso in dvd chiaro ed esplicativo.
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